Eveline's Dust LIVE 06/04/2025
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New Single EVELINE out on all platforms
K. on Prog Mag Italy
K. – Italian Live Tour review
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K. – REVIEW FROM MAT2020
A beatiful review of the new album
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K. – La genesi del nuovo album
Secondo il nostro punto di vista, comporre un concept album significa soprattutto raccontare una storia nel linguaggio in cui ci viene più naturale esprimerci: la musica.......
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New Single K is out:
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The time has come:
K is ready to be released!
!!!BREAKING NEWS!!!
EVELINE'S DUST -- SIGN WITH

WE ARE PROUD TO ANNOUNCE THIS NEW FANTASTIC PARTNERSHIP
FIRST DATE OF 2019 OPENING ACT FOR THE PINEAPPLE THIEF
21/02/19 - Viper Theatre / Firenze
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k
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NEW CROWDFUNDING CAMPAIGN
On June 1st we will officially announce the start of the crowdfunding campaign for our new album "K"!
Stay tuned for updates on the story that we will tell you in this record and on all our merch bundles you'll be able to preorder on crowdfunding platform Musicraiser!
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EVELINE'S DUST on PROG MAGAZINE ITALIA
full interview
“The Painkeeper” è un concep album decisamente intrigante poiché riesce a condensare tutta una serie di umori che vanno dal progressive più classico alle dissonanze del jazz. Chiaroscuri trapuntati di dolcezza sommati a cavalcate impetuose, continui saliscendi che rimandano, più che a una scuola italiana, a quello scheletrato che da Canterbury planano sulle praterie disegnate dai King Crimson, dai Gentle Giant e dai Genesis…
Noi siamo quattro musicisti ma, prima ancora, quattro malati di musica. Ci piacciono molti generi molto diversi tra loro, inoltre ciascuno di noi è cresciuto ascoltando e suonando generi differenti rispetto agli altri membri della band. Questo sicuramente ha una grossa influenza sulle nostre creazioni, poiché è possibile percepire rimandi a melodie, armonie e ritmi propri di autori, almeno apparentemente, difficilmente conciliabili. Per quanto riguarda i mostri sacri del nostro genere, il Prog, sono principalmente due le correnti passate cui ci ispiriamo: King Crimson e Genesis sono chiaramente i nostri punti di riferimento per quanto concerne il progressive inglese, mentre per quanto riguarda il Prog made in Italy Banco e PFM (oltre al Perigeo, da cui le influenze più jazz-rock) sono le nostre più grandi fonti di ispirazione.
Un lavoro maturo che si avvale anche di un tema profonfamente letterario e sociale come quello di cedere i propri sogni a un Custode dei Dolori. Quasi un’immagine del nostro Paese.
Le possibili contestualizzazioni della vicenda sono molteplici, così come le interpretazioni della figura del “Painkeeper”. Tuttavia, anche se il villaggio di cui raccontiamo in musica ce lo siamo immaginati immerso in un’atmosfera medievale, i parallelismi con la vita dell’occidente odierno sono molti. In questo nostro mondo sempre più complesso, che si evolve in tempi sempre più rapidi, in cui si erigono muri di diseguaglianza sempre più alti e, all’apparenza invalicabili, quanti di noi rinunciano alla realizzazione dei propri sogni più sinceri: i mezzi con cui anestetizzare la propria creatività e originalità purtroppo sono molti, dalla fede cieca nella televisione al cattivo uso di internet e dei social network.
Sicuramente la nostra prospettiva, quella di un gruppo di giovani ragazzi che ancora percepiscono la vita come un mare di opportunità, ci ha spinto a dare un esito positivo alla storia.
Da cosa deriva il vostro nome e, vista la giovane età della band, dove e da chi avete contratto il virus del progressive?
“Eveline” è un racconto di James Joyce, tratto dal suo volume “Dubliners” (“Gente di Dublino”). L’intera raccolta di racconti descrive in modo brillante e commovente l’immobilità delle esistenze dei personaggi, interrotta solo dai momenti in cui questi realizzano la propria condizione. Eveline è forse il personaggio più fragile dell’intero volume, e nel racconto che la vede protagonista la polvere è un elemento fortemente simbolico, che copre ogni cosa avvolgendo tutto in un’invincibile stasi.
Per quanto riguarda il nostro primo approccio al Prog, beh, dobbiamo obbligatoriamente ringraziare (o forse no?) i nostri genitori: malati di Prog quando erano ragazzini, hanno poi passato in eredità questa passione a noi.
“The Painkeeper” è il vostro secondo album, quello della maturazione definitiva. Cosa ne dici di tracciare a grandi linee la storia degli Eveline’s Dust?
Beh il nucleo del gruppo si è formato parecchio tempo fa, quando Nicola e Lorenzo, allora sedicenni, hanno iniziato a suonare insieme. Poco dopo si è aggiunto anche Marco. Nel 2012, sotto il nome di “Bella Domanda” abbiamo partecipato ad un contest, nel corso del quale il nostro repertorio si è evoluto dal Fusion al Prog. Al termine della competizione, senza rendercene conto, avevamo ormai composto abbastanza materiale per un disco progressive: così abbiamo deciso di cambiare nome in qualcosa che fosse più coerente col genere. Nel 2014 Angelo (con cui avevamo avuto già il piacere di suonare in altri progetti di altro genere) è entrato a far parte del gruppo, portando nuova energia creativa. Da quel momento a tutti noi è venuto ancor più naturale darsi da fare per comporre un nuovo album che ci soddisfacesse ancora di più. Nell’autunno 2015 siamo entrati in studio di registrazione (dopo aver lanciato la campagna di crowdfunding per finanziare l’album) e lo scorso Marzo l’album è uscito, grazie alla collaborazione di Lizard Records e GDC Rock Promotions.
A parte i mostri sacri degli anni ’70, c’è un personaggio che sembra avervi enormemente influenzat: Steve Wilson...
Se parliamo di Prog dei nostri tempi Steven Wilson è chiaramente l’artista che più ci appassiona, ispira e sprona a fare del nostro meglio. Certo ci piacciono da morire i Porcupine Tree, che ce lo hanno fatto scoprire, ma i suoi lavori da solo ci illuminano: è uno dei pochi in questo ambiente davvero in grado di non ripetersi mai, di creare album che a livello compositivo sono semplicemente brillanti e, soprattutto, che mostrano una cura del suono maniacale. Il nostro sogno è quello di potergli anche solo parlare di persona un giorno, magari riuscendo a carpire di nascosto, anche solo per osmosi, un po’ di genio.
Un’altra caratteristica che vi distingue è la notevole versatilità che caratterizza le vostre esibizionidal vivo...
Se per versatilità si intende il fatto che può succedere che ci si alterni uno allo strumento dell’altro, beh, è successo qualche volta ma è qualcosa su cui stiamo ancora lavorando.
Scherzi a parte, noi viviamo per suonare dal vivo, investiamo molte energie nella preparazione della performance. Inoltre per quanto riguarda il tour “The Painkeeper – live show” siamo stati estremamente soddisfatti della nostra collaborazione col giovane e talentuosissimo fumettista nostrano Francesco Guarnaccia: è lui ad aver realizzato l’artwork del nostro album, di cui andiamo assolutamente fieri, e sue sono le grafiche che proiettiamo alle nostre spalle durante i nostri concerti quando non può lui stesso esser presente ad incantare tutti (anche noi) col suo live painting!
In conclusione: cosa vi aspettate da “The Painkeeper” e quale sarà la tappa successiva?
Più che aspettarci qualcosa speriamo di poter diffondere la nostra musica, soprattutto dal vivo, il più possibile. Forse il nostro obiettivo più prossimo è quello di riuscire a portare il nostro spettacolo all’estero. Al momento stiamo lavorando all’allestimento del calendario live 2017 e siamo fiduciosi di poter organizzare qualche concerto in Europa. Non nascondiamo di essere anche già al lavoro per comporre qualcosa di nuovo, ma dovrà passare ancora un po’ di tempo prima di entrare nuovamente in studio: ora vogliamo al contempo sfruttare e goderci questo momento al massimo. Ci sentiamo fortunati, siamo un gruppo di buoni amici che hanno creato qualcosa in cui credono e che adesso hanno l’opportunità di mostrarla in giro.
Grazie per l’opportunità che ci avete dato,
Prog on,
Angelo, Lorenzo, Marco e Nicola
Noi siamo quattro musicisti ma, prima ancora, quattro malati di musica. Ci piacciono molti generi molto diversi tra loro, inoltre ciascuno di noi è cresciuto ascoltando e suonando generi differenti rispetto agli altri membri della band. Questo sicuramente ha una grossa influenza sulle nostre creazioni, poiché è possibile percepire rimandi a melodie, armonie e ritmi propri di autori, almeno apparentemente, difficilmente conciliabili. Per quanto riguarda i mostri sacri del nostro genere, il Prog, sono principalmente due le correnti passate cui ci ispiriamo: King Crimson e Genesis sono chiaramente i nostri punti di riferimento per quanto concerne il progressive inglese, mentre per quanto riguarda il Prog made in Italy Banco e PFM (oltre al Perigeo, da cui le influenze più jazz-rock) sono le nostre più grandi fonti di ispirazione.
Un lavoro maturo che si avvale anche di un tema profonfamente letterario e sociale come quello di cedere i propri sogni a un Custode dei Dolori. Quasi un’immagine del nostro Paese.
Le possibili contestualizzazioni della vicenda sono molteplici, così come le interpretazioni della figura del “Painkeeper”. Tuttavia, anche se il villaggio di cui raccontiamo in musica ce lo siamo immaginati immerso in un’atmosfera medievale, i parallelismi con la vita dell’occidente odierno sono molti. In questo nostro mondo sempre più complesso, che si evolve in tempi sempre più rapidi, in cui si erigono muri di diseguaglianza sempre più alti e, all’apparenza invalicabili, quanti di noi rinunciano alla realizzazione dei propri sogni più sinceri: i mezzi con cui anestetizzare la propria creatività e originalità purtroppo sono molti, dalla fede cieca nella televisione al cattivo uso di internet e dei social network.
Sicuramente la nostra prospettiva, quella di un gruppo di giovani ragazzi che ancora percepiscono la vita come un mare di opportunità, ci ha spinto a dare un esito positivo alla storia.
Da cosa deriva il vostro nome e, vista la giovane età della band, dove e da chi avete contratto il virus del progressive?
“Eveline” è un racconto di James Joyce, tratto dal suo volume “Dubliners” (“Gente di Dublino”). L’intera raccolta di racconti descrive in modo brillante e commovente l’immobilità delle esistenze dei personaggi, interrotta solo dai momenti in cui questi realizzano la propria condizione. Eveline è forse il personaggio più fragile dell’intero volume, e nel racconto che la vede protagonista la polvere è un elemento fortemente simbolico, che copre ogni cosa avvolgendo tutto in un’invincibile stasi.
Per quanto riguarda il nostro primo approccio al Prog, beh, dobbiamo obbligatoriamente ringraziare (o forse no?) i nostri genitori: malati di Prog quando erano ragazzini, hanno poi passato in eredità questa passione a noi.
“The Painkeeper” è il vostro secondo album, quello della maturazione definitiva. Cosa ne dici di tracciare a grandi linee la storia degli Eveline’s Dust?
Beh il nucleo del gruppo si è formato parecchio tempo fa, quando Nicola e Lorenzo, allora sedicenni, hanno iniziato a suonare insieme. Poco dopo si è aggiunto anche Marco. Nel 2012, sotto il nome di “Bella Domanda” abbiamo partecipato ad un contest, nel corso del quale il nostro repertorio si è evoluto dal Fusion al Prog. Al termine della competizione, senza rendercene conto, avevamo ormai composto abbastanza materiale per un disco progressive: così abbiamo deciso di cambiare nome in qualcosa che fosse più coerente col genere. Nel 2014 Angelo (con cui avevamo avuto già il piacere di suonare in altri progetti di altro genere) è entrato a far parte del gruppo, portando nuova energia creativa. Da quel momento a tutti noi è venuto ancor più naturale darsi da fare per comporre un nuovo album che ci soddisfacesse ancora di più. Nell’autunno 2015 siamo entrati in studio di registrazione (dopo aver lanciato la campagna di crowdfunding per finanziare l’album) e lo scorso Marzo l’album è uscito, grazie alla collaborazione di Lizard Records e GDC Rock Promotions.
A parte i mostri sacri degli anni ’70, c’è un personaggio che sembra avervi enormemente influenzat: Steve Wilson...
Se parliamo di Prog dei nostri tempi Steven Wilson è chiaramente l’artista che più ci appassiona, ispira e sprona a fare del nostro meglio. Certo ci piacciono da morire i Porcupine Tree, che ce lo hanno fatto scoprire, ma i suoi lavori da solo ci illuminano: è uno dei pochi in questo ambiente davvero in grado di non ripetersi mai, di creare album che a livello compositivo sono semplicemente brillanti e, soprattutto, che mostrano una cura del suono maniacale. Il nostro sogno è quello di potergli anche solo parlare di persona un giorno, magari riuscendo a carpire di nascosto, anche solo per osmosi, un po’ di genio.
Un’altra caratteristica che vi distingue è la notevole versatilità che caratterizza le vostre esibizionidal vivo...
Se per versatilità si intende il fatto che può succedere che ci si alterni uno allo strumento dell’altro, beh, è successo qualche volta ma è qualcosa su cui stiamo ancora lavorando.
Scherzi a parte, noi viviamo per suonare dal vivo, investiamo molte energie nella preparazione della performance. Inoltre per quanto riguarda il tour “The Painkeeper – live show” siamo stati estremamente soddisfatti della nostra collaborazione col giovane e talentuosissimo fumettista nostrano Francesco Guarnaccia: è lui ad aver realizzato l’artwork del nostro album, di cui andiamo assolutamente fieri, e sue sono le grafiche che proiettiamo alle nostre spalle durante i nostri concerti quando non può lui stesso esser presente ad incantare tutti (anche noi) col suo live painting!
In conclusione: cosa vi aspettate da “The Painkeeper” e quale sarà la tappa successiva?
Più che aspettarci qualcosa speriamo di poter diffondere la nostra musica, soprattutto dal vivo, il più possibile. Forse il nostro obiettivo più prossimo è quello di riuscire a portare il nostro spettacolo all’estero. Al momento stiamo lavorando all’allestimento del calendario live 2017 e siamo fiduciosi di poter organizzare qualche concerto in Europa. Non nascondiamo di essere anche già al lavoro per comporre qualcosa di nuovo, ma dovrà passare ancora un po’ di tempo prima di entrare nuovamente in studio: ora vogliamo al contempo sfruttare e goderci questo momento al massimo. Ci sentiamo fortunati, siamo un gruppo di buoni amici che hanno creato qualcosa in cui credono e che adesso hanno l’opportunità di mostrarla in giro.
Grazie per l’opportunità che ci avete dato,
Prog on,
Angelo, Lorenzo, Marco e Nicola
2 years ago:
the painkeeper came out
WE'RE HEADING NORTH
The painkeeper - live show goes to germany
EVELINE'S DUST ON PROG ITALY
FULL INTERVIEW ON NEXT ISSUE
EVELINE'S DUST
win their first ever award at FIM 2016
We're proud to announce that last Sunday, moments before our show on the "Fiera Internazionale della Musica" MainStage, we were awarded the "Best emerging band 2016" prize, for winning the FIM Rock Contest 2016.
Thanks to FIM for giving us the chance to present our music on its prestigious stage, and thank to you fans: your support is crucial to us!
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